“Diventiamo il cambiamento che cerchiamo nel mondo” Gandhi
"Non è la più forte
delle specie che sopravvive, né la più intelligente, ma quella più reattiva
ai cambiamenti" C. Darwin
Spesso nella nostra vita ci troviamo di fronte ad un cambiamento e non sempre questo cambiamento ci rende sereni e tranquilli. Ci sono alcune situazioni dalle quali non si può fuggire e altre che decidiamo di non conoscere affatto. Il cambiamento non ci piace, ci fa paura, ma non possiamo impedirgli di arrivare. O ci adattiamo al cambiamento o restiamo indietro. Crescere è doloroso, chiunque dica il contrario mente. Ma ecco la verità: a volte più le cose cambiano più rimangono le stesse e a volte cambiare è una cosa buona, a volte cambiare è tutto.
Che cos'è il cambiamento? Come e da dove può svilupparsi?
Il cambiamento di una società non è altro che il cambiamento di ogni semplice individuo, proprio perché il costume di una società è l'insieme delle abitudini dei suoi individui. Nella nostra società, essi sono affetti principalmente dalla dimenticanza di essere tali. Pochi ricordano di avere pieno potere di sé, pochi ammettono di essere unici ed irripetibili e non per questo sbagliati, altri si affidano al loro senso di giudizio, ma al contrario si "arruolano" nelle categorie di un esercito di finti felici. Tra questi, chi, poi, non si "arruola" si sente come destinato alla solitudine. Al di là di ogni moralismo, il cambiamento è necessario poiché, all'interno delle categorie che ci si sceglie, nessuno sembra essere realmente felice. In verità, per quanto ci si sforzi di scordare di essere dei singoli, ognuno di noi ha a che fare con un intimo senso interno più o meno sviluppato. Proprio lì, infatti, c'è un qualcosa a cui possiamo attribuire il nome che si vuole, come voce, coerenza o cuore, di non ignorabile che spesso ci ostiniamo ad ignorare. Il cambiamento sta nella semplicità di questo nostro punto di forza, nella semplicità di essere ciò che si è davvero, di esistere come individui e non di sopravvivere sottostando a qualcuno di più sicuro, o alle condizioni che, talvolta, il mondo ci impone. Il cambiamento è la capacità di confrontarci con noi stessi e con gli altri, nel vivere cominciando e rimanendo sempre coscienti di ciò che si è.
"Fin qui sei giunto per scoprire che quel che cerchi è già dentro di te" Aforismo Buddista
Dal nostalgico "Non è più come una volta" al preoccupato "Che fine faremo?" passando per l'inquietante "Si stava meglio quando si stava peggio", fino al volitivo "Desidero che le cose cambino", i cambiamenti lasciano il segno, nel "bene" e nel "male", nel linguaggio ma soprattutto nella vita delle persone e nei contesti sociali. Abbiamo un enorme potere, quello di scegliere come vivere, cosa acquistare, di cosa e come nutrirsi, come educare i propri figli, in che Dio credere e che valori avere.. Spesso però ce ne dimentichiamo, nella fretta di fare quello che si dovrebbe fare, ovvero guadagnare, correre, vivere secondo schemi prestabiliti, non accorgendoci che il cambiamento è proprio qui: l'umiltà di partire da se stessi, nelle piccole scelte quotidiane, è la base del cambiamento stesso. Scegliere è la parola d'ordine, scegliendo metti in atto la tua libertà. Qui. Ora. Subito. Scegliendo metti in atto il cambiamento, perché il cambiamento sei tu.
Ma da cosa nasce la paura del cambiamento?
Nasce sia dalla paura di affrontare il nuovo sia dalle esperienze negative che facciamo fin da bambini e che sono il frutto del cambiamento stesso. Si tratta di una paura che impedisce di compiere delle scelte che potrebbero farci imboccare la strada giusta o perlomeno affacciarci su essa. Quante persone si bloccano di fronte ad una scelta da compiere solo per paura del futuro? Sembra sciocco temere qualcosa che noi stessi potremmo generare, attimo dopo attimo, sembra ancora più sciocco aver paura di ciò che potrebbe essere la nostra vita un domani se ancora dobbiamo vivere oggi, eppure è così, è proprio questo che ci spaventa. Nulla è fermo, l'esistenza stessa è movimento e flusso. Associamo il cambiamento a qualcosa di inconsueto; il nostro matrimonio deve restare immutabile così come la nostra relazione di amicizia e il nostro lavoro, perché l'ostacolo più grande che percepiamo è la "trasformazione"! Le nostre stesse cellule muoiono e ne nascono di nuove continuamente. Oggi il nostro corpo non è composto dalle stesse cellule di cui era composto ieri. I cambiamenti vanno accettati come parte di noi, smettendo di subirli ma accogliendoli e imparando a gestirli. Non esistono situazioni negative, esistono soltanto opportunità di crescita che possiamo cogliere o meno.
"Non sempre cambiare equivale a migliorare ma per migliorare bisogna cambiare" Winston Churchill
Per lavorare al cambiamento delle proprie abitudini, oltre al piacere di inseguire i propri obbiettivi, può servire, e molto, il dolore di guardare in faccia la realtà. Essere onesti con se stessi. Tantissime persone vogliono essere felici, a condizione di non fare alcunché di impegnativo per esserlo. Nulla che porti a migliorarsi se faticoso. Eppure è così facile da comprendere: per essere qualcuno che non si è mai stati è necessario essere disposti a fare qualcosa che non si è mai fatto.
Quello che serve cambiare, per uscire dagli schemi e raggiungere con pieno successo i nostri risultati è la motivazione: muoversi per il piacere di farlo ha un sapore diverso dal muoversi per evitare il dolore del non farlo. Uno dei principi più importanti a questo proposito è iniziare con i fatti ad essere l'esempio di quello che si dice e di quello che si vorrebbe essere. I cambiamenti che apportiamo alla nostra vita producono un cambiamento anche delle persone che ci stanno accanto, che potrebbero opporre resistenza. Insieme a noi spesso cambiano anche le nostre relazioni, le persone che scegliamo di continuare a frequentare, e quelle che sentiamo di dover lasciare andare. A volte può succedere che, a seguito del nostro cambiamento, la situazione ci sembri, inizialmente, peggiorare invece che migliorare. E' un segno che qualcosa si sta muovendo. Potrebbe essere il passato che affiora, lasciamo allora che emerga continuando a credere, a ripetere affermazioni positive, a rafforzare il nostro nuovo modo di pensare e di agire. (Young e Klosko, reinventa la tua vita, 2004)
Cambiare non significa modificare radicalmente i tratti della nostra personalità, ma ci sono alcuni ambiti in cui i cambiamenti sono necessari e talvolta indispensabili. I cambiamenti ci portano più vicini a noi stessi, ci rendono più autentici e rispettosi della nostra storia e dei nostri orizzonti.
Alcuni ambiti del cambiamento sono:
- L'autonomia. Liberi di fare qualcosa perché lo vogliamo e non perché costretti.
- L'autostima. Coltivare i nostri punti di forza e intervenire sui punti deboli
- L'affermazione e l'espressione del proprio sé. Bisogni soddisfatti e desideri espressi
Un buon inizio è essere onesti con noi stessi e porci delle domande: Che cosa vorremo cambiare? Cos'è che non ci permette di modificare uno stato attuale di noi stessi, che sia mentale o fisiologico? Quanto vogliamo veramente cambiare?
L'insoddisfazione dei bisogni durante l'infanzia (come i bisogni di attaccamento sicuro, di amore, di cura e attenzione, di accettazione, di protezione, di autonomia, di validazione delle emozioni e bisogni), può portare allo sviluppo di schemi disadattivi (relativi al sé e alla relazione con gli altri; abbandono/instabilità, dipendenza/incompetenza; fallimento ) e stili di coping (strategie di adattamento) non funzionali (evitamento, resa o ipercompensazione). L'obiettivo del sostegno psicologico e ancor di più psicoterapeutico è quello di aiutare le persone a far si che i loro bisogni primari vengano soddisfatti in modo funzionale, attraverso la costruzione di rapporti interpersonali più sani (relazione terapeutica).
Bibliografia:
"Reinventa la tua vita" , di Jeffrey E. Young e Janet S. Klosk
"La gioia di vivere", di Stefano di Carlo.